Bisogna dare per perduto quello che si vede bene è perduto.
Povero Catullo, smetti di vaneggiare, e quel che vedi perduto ritienilo perduto.
Ciò che una donna dice all'amante appassionato, scrivilo nel vento e nell'acqua rapida.
È difficile guarire di colpo d'un amore durato a lungo.
Lui sorride. Per qualunque occasione, in ogni posto, qualunque cosa faccia, lui sorride. Ha questa malattia, poco elegante, mi pare, e neppure educata.
Ogni battaglia contro pregiudizi universalmente condivisi è una battaglia persa.
La filosofia nasce come istanza critica, non accettazione dell'ovvio, non rassegnazione a quello che oggi va di moda chiamare sano realismo.
Io non sono fatalista. E se anche lo fossi, che cosa potrei farci?
Nella vita dell'uomo non si può dire la parolaccia «ormai»: si può e si deve sempre ricominciare, perché le persone hanno energie impensabili di bontà da stanare e far crescere, mettere a disposizione e canalizzare.
Chi è più saggio? Colui che accetta tutto o colui che ha deciso di non accettare nulla? La rassegnazione è saggezza?
Quando tutto il resto fallisce, lascia perdere e vai in biblioteca.
La seconda età ci toglie l'entusiasmo della prima e non ci dà la rassegnazione della terza.
Cedo perché son piccino, ma non domando perdono perché ho ragione.
A questo mondo vi è poca gente che si rassegna a perdite piccole, sono le grandi che inducono immediatamente alla rassegnazione.
Rassegnarmi a tutto l'orrore d'una lunga prigionia, rassegnarmi al patibolo, era nella mia forza. Ma rassegnarmi all'immenso dolore che ne avrebbero provato padre, madre, fratelli e sorelle, ah! questo era quello a cui la mia forza non bastava.