Il problema del mangiare cibo italiano è che, dopo cinque o sei giorni, hai fame di nuovo.
Signore, dona pane agli affamati, e fame a coloro che hanno pane.
Ecco ciò che Gesù esige da noi, non ha bisogno affatto delle nostre opere, ma soltanto del nostro amore, perché questo Dio stesso che dichiara di non aver bisogno di dirci se ha fame, non ha esitato a mendicare un po' d'acqua dalla Samaritana.
L'Eucaristia, sorgente di amore per la vita della Chiesa, è scuola di carità e di solidarietà. Chi si nutre del Pane di Cristo non può restare indifferente dinanzi a quanti non hanno pane quotidiano. E oggi, sappiamo, è un problema sempre più grave.
Un osso al cane non è carità. Carità è l'osso diviso con il cane, quando sei affamato quanto il cane.
Il denaro non è tutto nella vita. Ma vallo a spiegare a chi non ha nemmeno i soldi per comprarsi da mangiare.
La croce della povertà, la croce della fame, la croce di ogni altra sofferenza possono essere trasformate, perché la Croce di Cristo è divenuta una luce nel nostro mondo. Essa è una luce di speranza e di salvezza. Essa dà significato a tutte le sofferenze umane.
Dietro questa porta c'è un'entità oscura. Cattiva... Antica... Ed affamata.
La verità non è sempre bella, ma la fame di verità sì.
Dobbiamo riconoscere che non può esserci speranza alcuna di gratificare i sensi in modo permanente. Nel migliore dei casi, la felicità che deriviamo dalla consumazione di un buon pasto può durare solo fino alla prossima volta che siamo affamati.
Cane affamato non teme bastone.