La povertà è una forma di halitosi sprirituale.— George Orwell
La povertà è una forma di halitosi sprirituale.
Quando si ha la pancia vuota non ci si pone altro problema che quello della pancia vuota. È quando ci lasciamo alle spalle lo sfruttamento e la dura fatica che cominciamo davvero a porci domande sul destino dell'uomo e sulle ragioni della sua esistenza.
Se procediamo nel lavoro che abbiamo sottomano, il fine ultimo di quel lavoro diventa irrilevante, svanisce.
Ogni nazionalista è capace della più atroce disonestà ma è anche in quanto consapevole di servire qualcosa di più grande di lui incrollabilmente certo di essere nel giusto.
Era il tabacco che rendeva ogni cosa sopportabile.[Parlando dei sacrifici materiali che era costretto a fare quando era senza un soldo a Parigi e a Londra].
Lo scrittore che accetta, in tutto o in parte, di seguire la disciplina di un partito politico è posto prima o dopo davanti all'alternativa: sottomettersi o tacere.
Perché tanta gente dovrebbe essere ridotta a tanta povertà per il bene di così pochi? La Società avrà dunque per scopo puntuale quello di liberare il lavoratore dalla sua miseria.
La vita è una cella un po' fuori dell'ordinario, più uno è povero più si restringono i metri quadrati a sua disposizione.
Nessuna società può essere felice se la sua maggior parte è povera e miserabile.
Solo i poveri riescono ad afferrare il senso della vita, i ricchi possono solo tirare a indovinare.
E' facile avere dei principi quando sei ricco. La cosa importante è avere dei principi quando sei povero.
Chi ha paura della povertà non è degno d'avere la ricchezza.
L'amore della povera gente brilla più di una qualsiasi filosofia.
Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Molti parlano dei poveri, ma pochi parlano con i poveri.
Non v'è povertà così disperata che tolga all'uomo ogni possibilità di mostrarsi generoso.