Il gusto del suicidio è un dono.
Una volta usciti dall'infanzia, occorre soffrire molto a lungo per rientrarvi.
L'uomo può guarire da tutto, non dall'uomo.
Odiarsi è più facile di quanto si creda. La grazia consiste nel dimenticarsi.
La guerra totale è la società moderna stessa, al suo più alto grado di efficienza.
A che serve parlare del passato? M'importa solo l'avvenire, e non mi sento ancora capace di guardarlo in faccia.
Già domani milioni di persone mi malediranno; ma è questo che ha voluto il destino.
Il suicidio è da sempre presente, in modo più o meno significativo, in tutti i popoli e in tutte le culture.
Ho sempre pensato che il suicida debba uccidere almeno un maiale prima di andarsene per luoghi sconosciuti.
Per la maggior parte della gente il suicidio è come la roulette russa.
Gli uomini pratici non fanno ciò che Jeff e Kirsten hanno fatto; gli uomini pratici lottano contro questa spinta perché è una spinta romantica, una debolezza. È passività appresa; è resa appresa.
La ragione vera, l'unica ragione per la quale noi condanniamo il suicidio si è questa: che il suicida, in quanto tale è un negatore della speranza, ossia del nostro istinto vitale.
Bisogna osservare bene questo: ai nostri tempi il suicidio è un modo di sparire, viene commesso timidamente, silenziosamente, schiacciatamente. Non è più un agire, è un patire.
C'è un solo problema filosofico veramente serio: il suicidio. Giudicare se la vita vale o non vale la pena di essere vissuta significa rispondere alla questione fondamentale della filosofia.
Non mi fare viaggiare, non mi spostare, sono salita qua sopra per togliermi.
È un suicidio vivere all'estero. Ma come sarebbe essere a casa? Un persistente disfacimento.