Chi sa ridere è padrone del mondo.
Noi veniamo rapiti dalla bellezza di un fiore o dal silenzio di un bosco, e non ci rendiamo conto che dietro quel fiore e quel bosco c'è sempre una lotta per la vita.
Ma perché dare al sole, perché reggere in vita chi poi di quella consolar convenga? Se la vita è sventura, perché da noi si dura?
Il sonno, e tutto quello che induce il sonno ecc., è per se stesso piacevole... Non c'è maggior piacere (né maggior felicità) nella vita, che il non sentirla.
I momenti migliori dell'amore sono quelli di una quieta e dolce malinconia, dove tu piangi e non sai di che.
L'immaginazione è la prima fonte della felicità umana.
La più perduta di tutte le giornate è quella in cui non si è riso.
Ridere è il linguaggio dell'anima.
Per ogni risata, ci dovrebbe essere una lacrima.
Chi non sa ridere non è una persona seria.
Dieci volte al giorno devi ridere ed essere allegro: altrimenti lo stomaco, che è il padre di ogni mestizia, ti disturberà nella notte.
Molti uomini, a causa del riso, producono gioie illusorie: ma io odio i buffoni che per mancanza dei saggi hanno bocche senza freno, e non vanno verso armonia d'uomini, ma nel riso degne case abitano, e dalle navigazioni giungon salvi a casa.
Se non ci fossero le sofferenze degli altri a farci ridere, non rideremmo mai.
Benedetto colui che ride di sé stesso, se non sia per evitare il riso degli altri.
Del senno di poi si può sempre ridere e anche di quello di prima, perché non serve.
Tanto l'uomo è gradito e fa fortuna nella conversazione e nella vita, quanto ei sa ridere.