Il piacere è sempre o passato o futuro, e non è mai presente.— Giacomo Leopardi
Il piacere è sempre o passato o futuro, e non è mai presente.
Oggi chi conoscendo ed avendo sperimentato il mondo, non è divenuto egoista, se ha niente niente di senso e d'ingegno, non può esser divenuto che misantropo.
Diciamo male che il tal desiderio è stato soddisfatto. Non si soddisfano i desideri, conseguito che abbiamo l'oggetto, ma si spengono, cioè si perdono ed abbandonano per la certezza acquistata di non poterli mai soddisfare.
La corruttela de' costumi è mortale alle repubbliche, e utile alle tirannie, e monarchie assolute. Questo solo basta a giudicare della natura e differenza di queste due sorte di governi.
Due cose belle ha il mondo: amore e morte.
Non è egli un paradosso che la religione cristiana in gran parte sia stata la fonte dell'ateismo, o, generalmente parlando, dell'incredulità religiosa? Eppure io così la penso.
Una metà del mondo non riesce a capire i piaceri dell'altra metà.
Quando il piacere ha esaurito l'uomo, questi è convinto di essere stato lui ad esaurirlo; allora ti racconta, serio e grave, che non vi è nulla che possa soddisfare il cuore umano.
Qualsiasi cosa può diventare un piacere, se la si fa ripetutamente.
Il piacere è la sola cosa per cui si dovrebbe vivere. Niente invecchia come la felicità.
I piaceri violenti sono come le sofferenze profonde: sono muti.
Il piacere è l'unica cosa su cui valga la pena di avere una teoria.
Senza piacere non vi è vita; la lotta per il piacere è la lotta per la vita.
Che cos'è il piacere, se non un dolore straordinariamente dolce.
Se ho perduto i miei giorni nella voluttà, rendimeli, gran dio, perché possa riperderli ancora.
L'impressione di piacere può rimanere tale fino a quando non si è certi di piacere soprattutto a sé stessi.