Quel povero mutilato era troppo distratto. Chiedeva l'elemosina tendendo la mano che gli mancava.
Diffido dell'elemosina che non costa e che non duole.
Girava dappertutto chiedendo elemosine con un piattino di rame. Gli davano molto, ma lui voleva di più, perché il tempio doveva avere una campana i cui rintocchi riportassero a galla gli annegati. Supplicò tanto, che perse la voce. Le sue ossa cominciarono a riempirsi di rumori.
Il piacere dell'elemosina è un piacere altezzoso e immorale, il piacere del ricco che si compiace della propria ricchezza, del potere, e del confronto tra la propria importanza e quella del mendico.
Bisogna fare soltanto elemosine anonime. Hanno il grande vantaggio di sopprimere l'ingratitudine.
La elemosina anziché sollevare dalle necessità gli accattoni li mantiene nel vizio.
Sudi la tua elemosina nelle tue mani fintantoché saprai a chi dai.
La preghiera, il digiuno e l'elemosina comportano la necessità di non farsi dominare dalle cose che appaiono: quello che conta non è l'apparenza; il valore della vita non dipende dall'approvazione degli altri o dal successo, ma da quanto abbiamo dentro.
Il vero accattone è l'unico solo e vero re.
Perché i mendicanti vivono ancora. Se tutte le elemosine venissero date solo per compassione, i mendicanti sarebbero tutti quanti morti di fame.
In materia d'elemosina, bisogna chiudere la bocca e aprire il cuore.