Amor, per cui tant'alto il ver discerno, Ch'apre le porte di diamante e nere, Per gli occhi entra il mio nume; e per vedere Nasce, vive, si nutre, ha regno eterno.
— Giordano Bruno
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La nostra interpretazione
L’amore viene descritto come una forza che innalza la capacità di comprendere la realtà, quasi fosse una luce che rende più limpida la verità. Non si tratta di un sentimento superficiale o passeggero, ma di un principio che spalanca porte altrimenti impenetrabili, simili a barriere fatte di materia durissima e tenebrosa. L’immagine di queste porte suggerisce tutte le chiusure interiori, le paure, le convenzioni, l’ignoranza: ostacoli che solo un impulso potente e genuino riesce a valicare.
L’ingresso avviene attraverso lo sguardo: gli occhi diventano il varco privilegiato attraverso cui il divino, o ciò che nell’altro è sacro e assoluto, penetra nell’animo. Da questa visione nasce qualcosa di nuovo: una presenza interiore che vive, si nutre e si stabilisce come sovrana. Non è un fuoco effimero, ma un regno destinato a durare, legato all’idea di eternità. L’amore appare così come un’esperienza che non si esaurisce nel tempo, ma che continua a trasformare, nutrire e governare la vita interiore, congiungendo sensibilità, intelletto e dimensione spirituale in un’unica realtà luminosa.