La scuola fa molto più male che bene ai cervelli in formazione.— Giovanni Papini
La scuola fa molto più male che bene ai cervelli in formazione.
La tristezza del discendere è il prezzo pattuito della gioia del salire.
Il progetto non è forse il tè, il caffè, l'oppio, l'haschisch della vita? Non è forse il sostituto, il surrogato, la caparra della realtà?
La vita umana si riduce tutta a errori e rinunzie. Finché siamo giovani gli errori sono più numerosi delle rinunzie; nella vecchiaia aumentano le rinunzie ma non per questo diminuiscono gli errori.
La vampa favorisce la caparbia volontà sella specie. Sembra che ogni vivente non abbia altro fine che quello di generare viventi simili a sé, senza curarsi se gli intervalli tra le successive creazioni siano odiosi o portentosi.
La riconoscenza del beneficato arriva difficilmente fino al punto di perdonare al suo benefattore.
Ogni studente suona il suo strumento, non c'è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l'armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra che prova la stessa sinfonia.
La scuola deve insegnare ad analizzare e discutere i parametri su cui si reggono le nostre affermazioni passionali.
Lo stato mantiene le scuole perché i padri di famiglia le vogliono e perché lui stesso, avendo bisogno tutti gli anni di qualche battaglione di impiegati, preferisce tirarseli su a modo suo e sceglierli sulla fede di certificati da lui concessi senza noie supplementari di vagliature più faticose.
Le scuole sono soltanto fabbriche di imbecillità e di depravazione.
La scuola deve far sì che un giovane ne esca con una personalità armoniosa e non ridotto a uno specialista.
La scuola è un nido di rivalità accanite.
In uno Stato nazionale, la scuola deve lasciare libero per l'educazione fisica un tempo di gran lunga maggiore. Non è necessario riempire i giovani cervelli d'una zavorra di cui, come insegna l'esperienza, riterranno solo la minima parte.
Appartenere a una scuola, significa perdere la propria personalità; non appartenere a una scuola, significa abdicare a ogni possibilità di prestigio.
Diploma: permesso di dimenticare o perlomeno di non imparare più.