La scuola fa molto più male che bene ai cervelli in formazione.— Giovanni Papini
La scuola fa molto più male che bene ai cervelli in formazione.
Ogni uomo paga la sua grandezza con molte piccolezze, la sua vittoria con molte sconfitte, la sua ricchezza con molti fallimenti.
La riconoscenza del beneficato arriva difficilmente fino al punto di perdonare al suo benefattore.
L'uomo si vendica col riso di coloro dei quali non può fare a meno nei giorni del tremore, del dolore e del terrore.
Quando noi camminiamo, indifferenti o frenetici, sulla superficie della terra, noi calpestiamo, in verità, quel che fu, un giorno, carne sensibile di esseri vivi.
L'unica realtà è il presente, la sensazione : ognuno viva il suo presente e mandi al diavolo le formule e le fedi.
Le scuole sono soltanto fabbriche di imbecillità e di depravazione.
Da oltre mezzo secolo i bambini, i ragazzi e i giovani vengono obbligati a starsene seduti, tra scuola e compiti, circa otto ore al giorno, e che, alla fine dei loro corsi di studi, a qualsiasi domanda culturale, il loro sguardo vaga smarrito o si esprime in un "boh!".
La scuola è così essenzialmente antigeniale che non ristupidisce solamente gli scolari ma anche i maestri.
Appartenere a una scuola, significa perdere la propria personalità; non appartenere a una scuola, significa abdicare a ogni possibilità di prestigio.
La scuola è un nido di rivalità accanite.
Diploma: permesso di dimenticare o perlomeno di non imparare più.
La scuola deve insegnare ad analizzare e discutere i parametri su cui si reggono le nostre affermazioni passionali.
La scuola deve far sì che un giovane ne esca con una personalità armoniosa e non ridotto a uno specialista.
In uno Stato nazionale, la scuola deve lasciare libero per l'educazione fisica un tempo di gran lunga maggiore. Non è necessario riempire i giovani cervelli d'una zavorra di cui, come insegna l'esperienza, riterranno solo la minima parte.