L'essenza dell'arte è riservatezza infinita.
C'è soltanto l'uomo superiore, cioè l'uomo che tragicamente combatte, solo di lui si occupa la storia, solo lui ha un senso pieno in termini antropologici.
Ovunque sono uomini, lì dimoreranno anche dèi.
Niente da dire contro i medici, gente grandiosa: prima quando si aveva una puntura di zanzara ci si grattava, oggi ci possono prescrivere dodici pomate diverse e nessuna serve.
Se si scrivesse sempre soltanto quello che quindici anni dopo sarebbe opportuno aver scritto, è probabile che non si scriverebbe niente del tutto.
C'è un'"arte", che s'impara vivendo. È l'arte del non fare.
L'arte, se ci libera dai feticci assenti e astratti, ci libera anche dalle idee generose e dalle preoccupazioni sociali, ugualmente feticci.
L'arte è l'immagine allegorica della creazione.
Non è vero che l'arte è fatta di puri attimi di ispirazione. L'arte rispecchia tutto l'intelletto dell'uomo; co' suoi culmini d'intuito e col suo substrato di logicità.
Ho lavorato per arricchire la mia intelligenza, per soddisfare le differenti esigenze del mio spirito, sforzando tutto il mio essere alla comprensione delle diverse interpretazioni dell'arte plastica date dagli antichi maestri e dai moderni.
L'arte rispecchia lo spettatore, non la vita.
In arte l'economia è sempre bellezza.
L'arte non è mai casta, si dovrebbe tenerla lontana da tutti i candidi ignoranti. Non dovrebbero mai lasciare che gente impreparata vi si avvicini. Sì, l'arte è pericolosa. Se è casta non è arte.
L'arte viene a voi con il franco proposito di non dar nulla all'infuori della più alta qualità ai vostri momenti mentre passano, e soltanto per amore di quei momenti.
L'arte migliore è quella in cui la mano, la testa e il cuore di un uomo procedono in accordo.