Il connotato del morto è l'impassibilità: l'ignoranza e la dimenticanza o facilità a dimenticare, riducono noi vivi, per la quasi totalità delle esperienze (o relazioni) possibili, a una impassibilità analoga.
Il suicidio richiede un destinatario o dei destinatari. Qualcuno che noi decidiamo di punire.
Tutta la nostra esperienza interiore è il gioco di due fattori: la memoria (il passato), l'angoscia (il presente).
Non c'è niente che assomigli così poco al sonno come la morte. Il sonno è dolcezza, e tutti lo desiderano, la morte è condanna, il sonno è pausa e intervallo, la morte è immutabile stato, il sonno è restauro, la morte distruzione.
La ragione vera, l'unica ragione per la quale noi condanniamo il suicidio si è questa: che il suicida, in quanto tale è un negatore della speranza, ossia del nostro istinto vitale.
Dagli dèi, dobbiamo imparare perlomeno una virtù: la discrezione. Essi si comportano in ogni caso come se non esistessero.
L'amore di chi non amiamo si deposita sulla superficie e da lì evapora in fretta.
Il mio allontanamento dall'esercito non produrrà più rumore che se se ne andasse un cieco.
Era possibile che la felicità accecasse tanto una persona da non farle vedere il dolore altrui?
Il destino di un rapporto è negli indizi degli inizi. I dettagli sono sempre presenti all'origine delle cose, li ignoriamo volutamente.
Tutte la politica si basa sull'indifferenza della maggioranza.
Lascia che ti insegni una cosa sugli esseri umani... Se tu parcheggi una misteriosa cabina blu nel bel mezzo della loro città, cosa faranno? Assolutamente niente, passeranno oltre.
Cosa vana è fare e non fare; cosa indifferente vivere o morire.
La vita viene involgarita quando non esiste alcuna elementare considerazione per gli altri da parte delle persone.
L'amore non è sincero se non scende in guerra: se la tengano gli altri una donna indifferente.
È una filosofia che ha mitridatizzato un po' tutti, rendendoci impermeabili allo sdegno, allo scandalo e alla vergogna dell'uso privato del pubblico.
Login in corso...