L'indifferenza è l'ottavo vizio capitale.
È un dono di Dio, la sessualità.
Gesù, umile e mite di cuore, non si è mai imposto a nessuno, mentre noi abbiamo la pretesa di appenderlo sul muro delle classi e degli edifici pubblici.
Questa è la storia di un vinto, ce ne sono tanti, purtroppo, che sognano una casa, una famiglia, invece trovano l'abbandono, la disperazione. Non sono loro le vittime, sono io, siamo noi, perché non ci rendiamo conto dell'indifferenza.
La fede non è una virtù secolare: non si può andare al supermarket a comprare la fede e neppure prendere la laurea in fede. Essa nasce e cresce sul terreno fertile dell'etica e dell'amore.
Io vedo che, quando allargo le braccia, i muri cadono. Accoglienza vuol dire costruire dei ponti e non dei muri.
L'indifferenza è una paralisi dell'anima, una morte prematura.
L'imparzialità è un nome pomposo per indifferenza, che a sua volta è un nome elegante per ignoranza.
Era possibile che la felicità accecasse tanto una persona da non farle vedere il dolore altrui?
Il vero male è l'indifferenza.
Al grande insuccesso tutti resistono. Sovrumano è resistere al piccolo successo.
La virtù che si ignora è due volte virtù.
Non credo nei demoni. L'indifferenza e il malinteso possono creare situazioni malvagie. Il più delle volte le persone che sembrano impersonare il male sono in realtà vittime delle azioni del male.
Forse è quella la cosa che fa più spavento: perdere qualcosa e non preoccuparsene.
Sentirci anonimi in mezzo alla gente che ci circonda è una sofferenza terribile: è come essere invisibili.
L'amore non è sincero se non scende in guerra: se la tengano gli altri una donna indifferente.