L'indifferenza è l'ottavo vizio capitale.— Don Andrea Gallo
L'indifferenza è l'ottavo vizio capitale.
Il potere e i poteri sono contro Dio perché temono coloro che pensano.
Io vedo che, quando allargo le braccia, i muri cadono. Accoglienza vuol dire costruire dei ponti e non dei muri.
Gesù, umile e mite di cuore, non si è mai imposto a nessuno, mentre noi abbiamo la pretesa di appenderlo sul muro delle classi e degli edifici pubblici.
Al decalogo di Mosè andrebbe aggiunto un undicesimo comandamento che reciterebbe così: «Onora la madre terra». Noi ogni giorno assistiamo al suo scempio e a quella ingiustizia colossale per cui le sue risorse sono nelle mani di pochi avidi.
È un dono di Dio, la sessualità.
Rimanere in silenzio vuol dire essere passivi.
La sua inquietudine cessò, almeno così gli parve, e divenne un sentimento di profonda e mortale offesa. Ma non era una sensazione stabile, scomparve e per qualche ragione si trasformò in una orgogliosa indifferenza, ma era invece un presentimento della eterna quiete.
È più difficile apparire indifferente quando non lo si è, che appassionato essendo indifferente.
Sono proprio le soluzioni più semplici quelle che in genere vengono trascurate.
C'è della compassione nell'indifferenza.
Tenere le mani in tasca è la tattica preferita degli uomini che non desiderano partecipare a una conversazione.
Più che per la repressione, soffro per il silenzio del mondo.
La sola cosa peggiore del non aver letto un libro negli ultimi novanta giorni è il non aver letto un libro negli ultimi novanta giorni e pensare che non importa.
L'indifferenza è una paralisi dell'anima, una morte prematura.
La capacità di imparare a non reagire ai contenuti della mente come fossero realtà.