La folla è un gregge che non può fare a meno di un padrone.— Gustave Le Bon
La folla è un gregge che non può fare a meno di un padrone.
L'ambiente crea le nostre opinioni. Le passioni e l'interesse le trasformano.
Il bisogno di certezza è sempre stata più forte del bisogno di verità.
Per il solo fatto di far parte di una folla, l'uomo discende di parecchi gradi la scala della civiltà. Isolato, sarebbe forse un individuo colto, nella folla è un istintivo, per conseguenza un barbaro.
Dominare o essere dominati, non c'è, per l'animo femminile, altra alternativa.
L'intelligenza fa pensare. La credenza fa agire.
L'individuo della folla è un granello di sabbia in mezzo ad altri granelli di sabbia che il vento solleva a suo capriccio.
Le folle non hanno mai avuto sete di verità. Dinanzi alle evidenze che a loro dispiacciono, si voltano da un'altra parte, preferendo deificare l'errore, se questo le seduce. Chi sa illuderle, può facilmente diventare loro padrone, chi tenta di disilluderle è sempre loro vittima.
Le folle non sono influenzabili coi ragionamenti, e non comprendono che grossolane associazioni di idee. Gli oratori che sanno impressionarle, non fanno mai appello alla loro ragione, ma ai loro sentimenti.
L'anima delle folle è sempre dominata dal bisogno di servire e non da quello di libertà. La sete di obbedienza le spinge a sottomettersi per istinto a chi se ne dichiara padrone.
La folla immancabilmente segue l'andazzo. Sono sempre i pochi che aprono la strada al progresso.
I trascinatori di folle, il più delle volte, non sono intellettuali, ma uomini d'azione. Sono poco chiaroveggenti, e non potrebbero esserlo, poiché la chiaroveggenza porta generalmente al dubbio e all'inazione.
La folla, non avendo nessun dubbio su ciò che per lei é verità o errore, e avendo d'altra parte la nozione chiara della propria forza, è autoritaria quanto intollerante. L'individuo può accettare la contraddizione e la discussione, ma la folla non le ammette mai.
Quando siete in mezzo alla folla, fate di non ismarrire voi stessi.
Il piacere di stare nella folla è una misteriosa espressione del godimento della moltiplicazione del numero.