La politica è la storia che si sta facendo, o si sta disfacendo.
Non è la felicità che chiediamo all'amore, ma il potere di perfezionarci interiormente, perfezionamento che è la ricchezza più grande della vita.
L'albero, come l'uomo, si affina in società.
Vi sarà una trasformazione qualitativa, un nuovo vivere, una rivelazione creatrice di vita, un nuovo cielo e una nuova terra, un mondo giovane e possente in cui le nostre presenti dissonanze si risolveranno in un tutto armonioso.
Certi sapienti hanno asserito che le ginocchia sono state create perché l'uomo possa inginocchiarsi e ne hanno dedotto austere dottrine politiche e religiose.
La sconfitta deve quindi insegnare a capire molto di più di quanto è giusto, per discutere, costruire e proporre il giusto all'Italia che tuttora si interroga.
Io non ho bisogno di far soldi con la politica. Io sto bene. Sono orfano di padre ricco.
La politica deve essere conquista, deve essere senza rete. Bisogna sudare e combattere, essere pronti a rimettersi in gioco. Come diceva Clint Eastwood: "Se vuoi una garanzia, allora comprati un tostapane".
Una piccola insurrezione, di tanto in tanto, è una cosa buona e così necessaria nel mondo politico come i temporali in quello fisico. Previene la degenerazione del governo e alimenta una generale attenzione per la cosa pubblica.
Ogni idea politica è un organismo vivo. I partiti sono quasi sempre destinati a diventare dei grandi cadaveri gloriosi.
Penso che politica e morale abbiano fondamenti distinti. I loro territori confinano ma non coincidono. Spesso addirittura morale e politica confliggono e si scontrano.
La metafora del fare politica è il cemento: quando è umido puoi modellarlo, ma quando si indurisce non puoi fare più niente per modificarlo.
Vittorio Foa all'on. Pisanò in un dibattito televisivo:"Se avesse vinto lei io sarei ancora in prigione. Avendo vinto io, lei è senatore della repubblica e parla qui con me".