La metà di ciò che scriviamo è dannosa, l'altra metà è inutile.— Henry Becque
La metà di ciò che scriviamo è dannosa, l'altra metà è inutile.
Le illusioni su una donna che si è amata, rassomigliano ai reumatismi: non ce se ne libera mai completamente.
Noi promettiamo con le nostre speranze e manteniamo con le nostre delusioni.
Il ricordo più bello che una donna conserva di una relazione è quello della sua infedeltà.
Il moralismo è forse la più crudele forma di malvagità.
Di solito i blogger sono apprendisti-mancati-pretesi letterati che si dannano a cercare stima e fama in Internet. O signore e signorine che approfittano della copertura di un nickname, per sfogare umori e ardori, esibire dolciastre poesie o confidare i propri amori (di regola infelici).
Sfido chiunque nel suo momento più buio a scrivere le cose che lo rendono felice, anche quelle sciocchezzuole come l'erba verde o una conversazione amichevole con qualcuno in ascensore. Incomincerà a rendersi conto di quanto è ricco.
Scrivere è un'occupazione solitaria. Avere qualcuno che crede in te fa una grande differenza.
Scrivere lettere a mano è diventata un'anomalia, non si usa più.
C'è solo una cosa su cui scrivere: il cuore umano in conflitto con se stesso.
Perché non ho scritto La Divina Commedia? Perché non c'ho pensato.
Per scrivere quel libro essenziale, l'unico libro vero, un grande scrittore non ha, nel senso comune della parola, da inventarlo, in quanto esiste già in ciascuno di noi, ma da tradurlo. Il dovere e il compito d'uno scrittore sono quelli d'un traduttore.
Non scrivere né per te né per gli altri, né per l'oggi né per il domani, né per il guadagno né per la gloria: insegui il tuo piccolo assoluto.
Bisognerebbe scrivere ogni volta come si scrivesse per la prima e per l'ultima volta. Dire quanto sarebbe giusto per un congedo e dirlo così bene come per un debutto.
Noi non scriviamo per il popolo. Qualsiasi tipo di arte si rivolge solo all'aristocrazia intellettuale di una nazione.