Il moralismo è forse la più crudele forma di malvagità.
Le grandi fortune sono fatte d'infamie, le piccole di porcherie.
Non bisogna vedere i propri amici se si desidera conservarli.
Non troviamo che due piaceri nella nostra casa, quello di uscire e quello di rincasare.
La decisione è spesso l'arte di essere crudele in tempo.
Noi promettiamo con le nostre speranze e manteniamo con le nostre delusioni.
Ogni specie di moralismo è negazione della vita.
I moralisti sono persone che rinunciano ad ogni piacere eccetto quello di immischiarsi nei piaceri altrui.
Colui che predica la morale limita di solito le sue funzioni a quelle d'un trombettiere di reggimento, che dopo aver sonata la carica e fatto molto rumore, si crede dispensato di pagar di persona.
Un moralista è il contrario di un predicatore di morale; è un pensatore che vede la morale come sospetta, dubbiosa, insomma come un problema. Mi spiace di dover aggiungere che il moralista, per questa stessa ragione, è lui stesso una persona sospetta.
La ferocia dei moralisti è superata soltanto dalla loro profonda stupidità.
La morale ci dice quello che dobbiamo fare. Il moralismo quello che vorremmo che gli altri facessero.
Il moralista dice di no agli altri, l'uomo morale solo a se stesso.
Un uomo che moralizza è di solito un ipocrita, e una donna che moralizza è invariabilmente scialba.
Il giudizio e la condanna morale è la vendetta preferita degli spiritualmente limitati su coloro che lo sono meno di loro.