Il moralismo è la morale di chi non ne ha alcuna.
Le virtù ci rendono migliori; i vizi, soddisfatti.
Le grandi fedi, per affermarsi, hanno bisogno di grandi persecuzioni.
La notte porta consiglio. A condizione che si dorma.
Un'amante cessa d'esser tale quando comincia a stirarci le camicie.
La vita è una maestra che apparentemente improvvisa le sue lezioni, che può bocciare i bravi e promuovere gli incapaci. In realtà, tutto predispone, e i suoi giudizi non sono mai avventati. Se tali sembrano è perché essa risponde a un provveditore di cui nessuno conosce i disegni.
Un moralista è il contrario di un predicatore di morale; è un pensatore che vede la morale come sospetta, dubbiosa, insomma come un problema. Mi spiace di dover aggiungere che il moralista, per questa stessa ragione, è lui stesso una persona sospetta.
Ogni specie di moralismo è negazione della vita.
Colui che predica la morale limita di solito le sue funzioni a quelle d'un trombettiere di reggimento, che dopo aver sonata la carica e fatto molto rumore, si crede dispensato di pagar di persona.
Il moralismo è forse la più crudele forma di malvagità.
La morale ci dice quello che dobbiamo fare. Il moralismo quello che vorremmo che gli altri facessero.
Diventerò moralista il giorno in cui uno mi dimostrerà di aver pensato durante il coito alla generazione futura.
Il moralista, impegnato a predicare la virtù, difficilmente troverà il tempo di praticarla.
I moralisti sono persone che rinunciano ad ogni piacere eccetto quello di immischiarsi nei piaceri altrui.
Un uomo che moralizza è di solito un ipocrita, e una donna che moralizza è invariabilmente scialba.