La rassegnazione è un suicidio quotidiano.
Non si sale mai così in alto se non quando non si sa dove si va.
Gli stupidi parlano del passato, i saggi del presente, i folli del futuro.
Ogni notte esige il proprio menù.
L'uomo muore una prima volta nel momento in cui perde l'entusiasmo.
L'invidia si annida in fondo al cuore umano come una vipera nella sua tana.
Ci fermiamo all'immagine poetica che non disturba i nostri pregiudizi e non siamo capaci di risalire il filo e andare a vedere cosa realmente accade dall'altro capo.
Per non avere progetti, cioè non nutrire desideri o speranze, accontentarti del tuo destino, di quello che il mondo ti dà da un’alba all’altra – per vivere così devi volere molto poco, il meno che sia umanamente possibile
Penso che la nostra società sia contrassegnata da molte perdite, dalla difficoltà di capire, a tutte le età e al di là di ciò che abbiamo conquistato, che cosa vogliamo veramente nella vita.
Al liceo ero famoso per essere quello che si rassegnava subito.
Non sei mai un perdente fino a che non smetti di provarci.
Quelli che passano la vita facendo rivoluzioni a metà non fanno altro che scavarsi la fossa.
Le virtù cristiane della pazienza e della rassegnazione sono le massime virtù dell'imbecillità umana.
Ciò che dà alla tragedia il suo particolare slancio verso l'alto è il sorgere della convinzione che il mondo, che la vita non ci possano dare nessuna vera soddisfazione, e che perciò non meritino il nostro attaccamento: in ciò consiste lo spirito tragico, il quale conduce alla rassegnazione.
Mai rassegnarsi, mai scappare. Meglio affrontare tutto, e soffrire. Non è poi così male ma mai, in nessun caso, rassegnarsi.
La cosa peggiore non è cadere, bensì non rialzarsi e giacere nella polvere.