La trascuratezza nel vestire è un suicidio morale.— Honoré de Balzac
La trascuratezza nel vestire è un suicidio morale.
L'avarizia comincia dove finisce la povertà.
Nelle immersioni sul fondo del piacere rischiamo di prendere più sabbia che perle.
La felicità materiale riposa sempre sulle cifre.
Nella disgrazia bisogna rispettare coloro che si sono rispettati nella grandezza.
La vendetta che sopravvive alla morte dell'essere odiato, che non è mai sazia, causa un tetro spavento.
Per me, l'eleganza non è passare inosservati ma arrivare al nucleo di ciò che si è.
La volgarità è la più brutta parola nella nostra lingua.
L'abbigliamento è, al tempo stesso, una scienza, un'arte, un'abitudine, un sentimento.
Ogni persona che induca a pensare quanto costa l'abito che porta, non lo sa portare.
C'era una volta un imperatore che amava così tanto la moda da spendere tutto il suo denaro soltanto per vestirsi con eleganza. Non aveva nessuna cura per i suoi soldati, né per il teatro o le passeggiate nei boschi, a meno che non si trattasse di sfoggiare i suoi vestiti nuovi.
L'eleganza è la comodità degli spiriti delicati.
L'eleganza, i monili, le acconciature sono i simboli peculiari delle donne, di questi gioiscono e si vantano.
Ma l'eleganza è innata. L'eleganza è un atteggiamento, non è legata ad un capo di vestiario! Si può imparare ad essere vestiti bene, ma non necessariamente si impara ad essere eleganti.
Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti... e poi tutta imbellettata e parata di abiti giovanili. Mi metto a ridere. Avverto che quella signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora dovrebbe essere.
Elegante com'era, nel pensare, nel vivere, oltreché nel lavorare, penso che Luchino mettesse la cattiveria, più che la bontà, nel novero delle cose eleganti: era elegante, per lui, la negatività nel suo duplice aspetto di sadismo, e masochismo.