La tolleranza dell'ingiuria nasce dal disprezzo del mondo.
Non fuggire i malati di malattie ripugnanti perché anche tu sei rivestito di carne.
Se desideri la castità, fà cessare il flusso dei pensieri turpi, occupandoti nella lettura della Scrittura e nella supplica incessante davanti a Dio.
Disprezza l'onore e sarai onorato, non amarlo e non sarai disprezzato.
L'umiltà raccoglie sempre compassione; mentre la durezza di cuore e la mancanza di fede raccolgono sempre eventi duri ed imprevisti, finché all'improvviso insorge contro di loro il Male ed esse sono consegnate al giudizio finale.
Quando è dato il fervore, è tolta la tristezza ed il lutto.
Le ingiurie sono molto umilianti per chi le dice, quando non riescono ad umiliare chi le riceve.
Mi piace che mi grandini sul viso la fitta sassaiola dell'ingiuria. Mi agguanto solo per sentirmi vivo al guscio della mia capigliatura.
Gli uomini si vergognano, non delle ingiurie che fanno, ma di quelle che ricevono. Però ad ottenere che gl'ingiuriatori si vergognino, non v'è altra via, che di rendere loro il cambio.
Vi sono due cose a cui si deve fare l'abitudine, se non si vuole trovare insopportabile l'esistenza: mi riferisco alle ingiurie del tempo e alle ingiurie degli uomini.
Le ingiurie sono sempre grandi ragioni per coloro che non ne hanno.
Nessuno ha più gusto all'ingiuria di colui che è più vulnerabile ad essa, ma questo gusto è contagioso, e domani qualcun altro riderà di colui che oggi si prende gioco di me.
Bisogna sempre lasciar trascorrere la notte sulle ingiurie del giorno innanzi.
La ingiuria eccita in tutti gli animi il desiderio di vederla punita, ma negli alti il desiderio di punirla.
Non rivolgerti con tono sferzante ad alcuno. Coloro ai quali ti rivolgerai in questo modo ti potrebbero rispondere nello stesso modo: le ingiurie sono dolorose; colpo su colpo, esse ricadranno sopra di te.