L'inconscio è il discorso dell'altro.
La verità è l'errore che fugge nell'inganno ed è raggiunto dal fraintendimento.
L'amore è donare quello che non si ha a qualcuno che non lo vuole.
L'amore è dare ciò che non si ha a qualcuno che non lo vuole.
Il sogno è un rebus.
Ecco il grande errore di sempre: immaginarsi che gli esseri pensino ciò che dicono.
L'arte deve iniziare con consapevolezza e terminare nell'inconscio, cioè oggettivamente; l'Io è consapevole rispetto alla produzione, inconscio rispetto al prodotto.
Come possiamo arrivare a conoscere l'inconscio? Naturalmente lo conosciamo soltanto in una forma conscia, dopo che si è trasformato o tradotto in qualcosa di conscio.
Tutto ciò che si trova nel profondo dell'inconscio tende a manifestarsi al di fuori, e la personalità, a sua volta, desidera evolversi oltre i suoi fattori inconsci, che la condizionano, e sperimentano se stessa come totalità.
Non mi interessa l'espressionismo astratto e comunque non si tratta di un'arte senza oggetto, né di un'arte che non rappresenta. Io a volte ho molta capacità di rappresentare, anche se di solito ne ho poca. Ma se tu dipingi il tuo inconscio, le figure devono per forza emergere.
Universo senza coscienza, ma anche senza inconscio.
L'inconscio è un particolare regno della psiche con impulsi di desiderio propri, con una propria forma espressiva e con propri caratteristici meccanismi psichici che non vigono altrove.
Noi ci costringiamo a non percepire il nostro abisso. Eppure, per tutta la vita, non facciamo altro che guardare giù, al nostro abisso fisico e psichico, pur senza percepirlo.
L'inconscio ci comunica coi sogni frammenti di verità sepolte.
L'inconscio si vendica di notte.
La nostra terapia opera trasformando in conscio ciò che è inconscio, e sortisce qualche effetto solo nella misura in cui è in condizioni di effettuare questa trasformazione.