Tutto è pubblicità. Anche la cultura in TV si trasforma in spot.
Il corpo che si pone il problema della propria esistenza è già quasi morto, e il culto che attualmente gli si dedica, metà yogico metà estetico, è una preoccupazione funebre.
Donna vestita: obbligo di vedere, divieto di toccare. Donna svestita: obbligo di toccare, divieto di guardare.
In un sistema talmente perfezionato, è sufficiente essere privati della colazione per diventare imprevedibili.
Il fatto di essere andato il più lontano possibile mette in qualche modo fine al viaggio. La sola tappa successiva sarebbe il non ritorno.
L'amore parla molto, è un discorso. Si dichiara, e spesso culmina in questa dichiarazione in cui finisce: atto linguistico altamente ambiguo, quasi indecente.
A forza di chiamare questa cosa la mia vita finirò per crederci. È il principio della pubblicità.
Molte cose piccole sono diventate grandi con un appropriato uso della pubblicità.
Esiste una vita al di fuori dei cartelloni pubblicitari.
Ci sono enormi bilanci pubblicitari solo quando non c'è nessuna differenza tra i prodotti. Se i prodotti fossero davvero diversi, la gente comprerebbe quello migliore.
La pubblicità ha soltanto una ragione d'essere: quella di agganciare la curiosità del pubblico con la massima originalità, la massima sintesi, il massimo dinamismo, la massima simultaneità e la massima portata mondiale.
La pubblicità contiene le uniche verità affidabili di un giornale.
La moderna Cappuccetto Rosso, allevata a suon di pubblicità, non ha nulla in contrario a lasciarsi mangiare dal lupo.
La pubblicità è la menzogna legalizzata.
Tutti gli scandali aiutano la pubblicità perché non c'è migliore pubblicità della cattiva pubblicità.
La massima originalità, la massima sintesi, il massimo dinamismo, la massima simultaneità e la massima portata mondiale. Ecco che cos'è la pubblicità.