Tutto è pubblicità. Anche la cultura in TV si trasforma in spot.
Comunicare? Comunicare? Solo i vasi comunicano.
Gli intellettuali sono destinati a sparire con l'avvento dell'Intelligenza Artificiale com'è avvenuto per gli eroi del cinema muto con l'invenzione del sonoro. Siamo tutti dei Buster Keaton.
La seduzione è un oggetto non identificato, un oggetto non analizzabile, teorico ed amoroso.
Se tutti gli enigmi sono risolti, le stelle si spengono. Se tutto il segreto è restituito al visibile, e più che al visibile, all'evidenza oscena, se ogni illusione è restituita alla trasparenza, allora il cielo diventa indifferente alla terra.
Uno dei piaceri del viaggio è immergersi dove gli altri sono destinati a risiedere, e uscirne intatti, riempiti dell'allegria maligna di abbandonarli alla loro sorte.
Anche Dio crede nella pubblicità; infatti ha messo campane in ognuna delle sue chiese.
La pubblicità è la più grande forma d'arte del XX secolo.
Ci sono enormi bilanci pubblicitari solo quando non c'è nessuna differenza tra i prodotti. Se i prodotti fossero davvero diversi, la gente comprerebbe quello migliore.
La pubblicità e Hollywood tentano costantemente di penetrare l'inconscio di un vasto pubblico, non per capirne le menti, ma per imporre determinati sogni collettivi e sfruttarli a fini di lucro.
La pubblicità ha soltanto una ragione d'essere: quella di agganciare la curiosità del pubblico con la massima originalità, la massima sintesi, il massimo dinamismo, la massima simultaneità e la massima portata mondiale.
La moderna Cappuccetto Rosso, allevata a suon di pubblicità, non ha nulla in contrario a lasciarsi mangiare dal lupo.
Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l'orologio per risparmiare il tempo.
La pubblicità contiene le uniche verità affidabili di un giornale.
Esiste una vita al di fuori dei cartelloni pubblicitari.