Il viaggio è nella testa.— Jean Baudrillard
Il viaggio è nella testa.
Tutto è pubblicità. Anche la cultura in TV si trasforma in spot.
Nel credere c'è qualcosa che ricorda una leggera demenza, ma la convinzione, credenza raddoppiata, è chiaramente segno di ritardo mentale.
Universo senza coscienza, ma anche senza inconscio.
Ciecamente sogniamo di superare la morte attraverso l'immortalità anche se da sempre l'immortalità ha rappresentato la peggiore delle condanne, il destino più terrificante.
Le statistiche sono una forma di realizzazione del desiderio, proprio come i sogni.
Non si viaggia per viaggiare, ma per aver viaggiato.
Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati.
Ben pochi amano davvero viaggiare. Se affrontano i fastidi e le spese di un viaggio non è tanto per curiosità o per divertimento o per il piacere di vedere cose belle e insolite, quanto per una forma di snobismo.
Leggere, scrivere, è dovere; viaggiare, è potere.
Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno.
Perché ti stupisci se viaggiare non ti serve? Porti in gito te stesso. Ti perseguitano i medesimi motivi che ti hanno fatto fuggire.
Quelli che si mettono in viaggio per vedere con i loro occhi una città desiderata e immaginano si possa godere, in una realtà, le delizie della fantasia.
Viaggiare non è altro che una seccatura: di problemi ce ne sono sempre più che a sufficienza dove sei.
Ogni volta che viaggio, viaggio parecchio all'indietro.