È molto più difficile non credere che credere in Dio, i veri atei sono quasi introvabili.— Jules Renard
È molto più difficile non credere che credere in Dio, i veri atei sono quasi introvabili.
Scrivere è un modo di parlare senza essere interrotto.
La bontà è qualche cosa che non si assimila. Il frutto è buono, ma il nocciolo è amaro.
Quanta gente ha voluto uccidersi e si è limitata invece a lacerare la propria fotografia!
Il mio paese è là dove passano le nuvole più belle.
Se avessi talento, verrei imitato. Se mi si imitasse, diventerei di moda. Se diventassi di moda, passerei rapidamente di moda. È meglio dunque che io non abbia alcun talento.
L'ateo può essere semplicemente uno la cui fede e il cui amore sono concentrati sugli aspetti impersonali di Dio.
Se non ci fosse Dio, non ci sarebbero gli atei.
L'ateo afferma di non potere credere in Dio per rigore logico. D'altronde l'ateo conosce un solo tipo di rigore logico: quello che opera nell'immanente. Ma il rigore logico nell'immanente non riesce a dimostrare che Dio non esiste. Ecco l'antinomia dell'ateismo.
Né la scienza né la logica permettono di concludere che Dio non esiste. Nessun ateo può quindi illudersi di essere più logico e più scientifico di colui che crede. Chi sceglie l'ateismo fa quindi un atto di fede: nel nulla. Credere in Dio è più logico e più scientifico che credere nel nulla.
Anche un ateo può essere in buona fede.
L'ateo non ha altro criterio del vero che i sensi; non altra esistenza che la propria; non altro bene al di fuori di sé; non altri doveri che verso sé medesimo.
Se Dio fosse visibile, l'ateismo diventerebbe una fede.
L'ateismo che nasce nel nome della ribellione morale e della passione intellettuale ha molto da insegnare ai credenti.
La lode più alta a Dio è nella negazione dell'ateo che ritiene la creazione tanto perfetta da poter fare a meno di un creatore.