Non ci comprenderemo mai fra noi finché non avremo ridotto la nostra lingua a non più di sette parole.— Khalil Gibran
Non ci comprenderemo mai fra noi finché non avremo ridotto la nostra lingua a non più di sette parole.
Rimpiangere l'irrecuperabile è la peggiore delle umane debolezze.
E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell'amicizia, poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.
Se tutti noi ci confessassimo a vicenda i nostri peccati, rideremmo sicuramente per la nostra totale mancanza di originalità.
Fate allora che ciascuna stagione racchiuda tutte le altre, e il presente abbracci il passato con il ricordo ed il futuro con l'attesa.
Non siate in ansia per il domani, ma piuttosto concentratevi sull'oggi, perché ad ogni giorno basta il suo miracolo.
Non sono brava a capire ciò che il pubblico vuole vedere.
La malattia della cultura del XX secolo è l'incapacità di percepire la realtà. Le masse si raccolgono davanti alla televisione a guardare teleromanzi, film, idoli rock, e vivono selvagge emozioni attraverso questi simboli; ma nelle loro vite quotidiane sono emotivamente morte.
Le donne sono fatte per essere amate, non per essere comprese.
Sono un uomo semplice, io. Dev'essere per questo che sono un incompreso.
La vita è surrettizia e raramente mostra in superficie le sue ragioni, e invece il suo vero percorso avviene in profondità, come un fiume carsico.
Ciò che sfugge alla logica è quanto v'è di più prezioso in noi stessi.
In matematica tu non capisci le cose. Semplicemente ti ci abitui.
Chi non comprende il tuo silenzio probabilmente non capirà nemmeno le tue parole.
La fede non si può comprendere; il massimo a cui si arriva è poter comprendere che non si può comprendere.
Se le religioni fossero molto chiare perderebbero, con l'andar del tempo, i credenti.