Per me il cinema si è fermato a quello di un tempo. Le attrici del passato erano autentiche, mai costruite. La mia preferita resta Brigitte Bardot.
Papà non parlava mai di cinema ma aveva nello studio una foto di Charlie Chaplin autografata. Papà adorava Chaplin, ecco perché nel mio cortometraggio è rappresentato come un angelo.
Oggi i film si vedono anche sui cellulari, lo so, e la tecnologia continuerà ad evolversi. Io però sono convinto che la sala esisterà ancora, perché la gente ha bisogno di stare insieme, condividendo la stessa esperienza e traendone energia per andare avanti.
Il cinema per la sua esistenziale necessità di ricerca, di denuncia, di novità e di rinnovamento... e per la sua caratteristica irrinunciabile di spettacolo di massa... è per sua natura socialista in senso lato.
Non è certo nell'ambiente del cinema che solitamente "pesco" le mie amicizie. Non "lego" molto, in definitiva, con gli abitanti del cosiddetto mondo dello spettacolo.
Per noi attori il cinema è un compromesso, lo accettiamo per diventare più popolari e far venire la gente a teatro, che è il nostro vero habitat.
I miei personaggi dicevano cose che io non sarei mai riuscito a pronunciare, ma che ho sempre desiderato dire.
Il cinema è l'unica forma d'arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.
Il cinema è uno dei tre linguaggi universali; gli altri due sono la matematica e la musica.
Per me la violenza è un soggetto del tutto estetico. Dire che non ti piace la violenza al cinema è come dire che al cinema non ti piacciono le scene di ballo.
Una delle cose migliori dell'essere un attore è che si lavora nell'ambito di una meritocrazia.
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