I nostri deputati leggono poco, si sente dal loro silenzio.— Leo Longanesi
I nostri deputati leggono poco, si sente dal loro silenzio.
In Italia, tutti sono estremisti per prudenza.
La noia segue l'ordine e precede le bufere.
Non bisogna appoggiarsi troppo ai principi perché poi si afflosciano.
Non pagare i debiti, ma versare grosse lagrime di acconto ai creditori.
Tutte le rivoluzioni cominciano per strada e finiscono a tavola.
Ci sono due metodi, o mezzi, tramite i quali i bisogni e desideri dell'uomo possono essere soddisfatti. Uno è la produzione e lo scambio dei beni; questo è il mezzo economico. L'altro è l'appropriazione non ricompensata di beni prodotti da altri; questo è il mezzo politico.
La primissima regola della vita politica è: non permettere mai a un presidente di mettersi al posto di guida di una macchina. Mai. Noi non siamo abituati a fare nulla per conto nostro, figuriamoci guidare.
Un partito non è fine a se stesso; un partito è l'organizzazione di una buona volontà che ha un certo programma con un certo spirito, che viene da concetti superiori a quelli che possono muovere la vita quotidiana ed è al servizio di una causa.
La politica delle cose: fai quel che devi, succeda quel che può.
I grandi partiti rovesciano la società, i piccoli l'agitano; gli uni la ravvivano, gli altri la depravano; i primi talvolta la salvano scuotendola fortemente, mentre i secondi la turbano sempre senza profitto.
La politica è riconoscibile, per sua natura deve esserlo. Ma un artista non può stare da una parte o da un'altra.
L'apoliticità non esiste. Tutto è politica.
Buon politico è chi sa mentire; grande politico chi finisce col credere alle proprie menzogne.
Qui non stiamo parlando di sostituire una classe politica con un'altra, qui stiamo parlando di questioni generali, di problemi mondiali, di come riprogettare la vita, e per fare questo ci vuole un pensiero. Non basta una politica.
Il livello di allarme si raggiunge quando lo scadimento etico della politica non è neppure più percepito come dannoso.