Sono sempre con me stesso, e sono io che sono il mio torturatore.— Lev Tolstoj
Sono sempre con me stesso, e sono io che sono il mio torturatore.
Se ci sono tanti ingegni quante teste, ci sono tanti generi d'amore quanti cuori.
Nell'amore tra un uomo e una donna giunge sempre un momento in cui questo amore raggiunge il suo apogeo: allora non ha nulla di egoistico o di sensuale: diventa purezza morale.
L'arte deve sopprimere la violenza.
Per attrarre, il lavoro dev'essere già fatto a metà e bene.
Noi non sentiamo la nostra dipendenza, ma, ammettendo la nostra libertà, arriviamo a un assurdo; ammettendo invece la nostra dipendenza dal mondo esterno, dal tempo e dalle cause giungiamo a formulare delle leggi.
Sentirsi speciali è la peggiore delle gabbie che uno possa costruirsi.
In ogni singolo momento della vita si è ciò che si deve diventare non meno di ciò che si è stati.
Sii un saggio nelle cose del mondo, ma non un uomo di mondo.
Alla fine diventerai quello che tutti pensano tu sia.
Si è sempre e soltanto ciò che si può essere.
Non essere né benevolo, né mal disposto.
Degno veramente del nome di uomo è colui che obbedisce a una sua legge interiore alla quale nessuna legge esteriore potrebbe mai accrescere o scemare autorità e forza.
Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non come i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita!
Io posso perchè Io sono.
Qual è il primo dovere dell'uomo? La risposta è breve: essere sé stesso.