A me fa stare bene l'idea che le mie canzoni siano fischiettate un po' da tutti, non mi importa da chi o da quale ceto sociale, e ancora di più se sono suonate voce e chitarra.
Io e la pazienza giriamo la faccia dall'altra parte quando ci incrociamo.
Certe notti sei sveglio o non sarai sveglio mai...
È il mondo che dice tu pensa alla salute... che c'è chi pensa a quello a cui non pensi tu!
Quanti generi di pesci e che correnti forti, perché 'sto mare sia come vuoi te.
La canzone è una vecchia fidanzata con cui passerei ancora molto volentieri buona parte della mia vita, sempre e soltanto nel caso di essere ben accetto.
Come diceva Fabrizio, una canzone può anche non servire, ma conviene sempre scriverla.
La canzone è una penna e un foglio così fragili fra queste dita, è quel che non è, è l'erba voglio ma può esser complessa come la vita.
È il migliore dei mestieri, fare canzoni; e subito dopo viene cantarle.
Io cerco di scrivere canzoni ispirandomi ai discorsi che si possono fare sui tram, in mezzo alla gente, dove ti rendi subito conto dell'andazzo sociale. Non voglio dare insegnamenti, voglio soltanto fare il cronista.
Alcune delle migliori canzoni che conosco sono quelle che non ho scritto ancora.
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