Io cerco di scrivere canzoni ispirandomi ai discorsi che si possono fare sui tram, in mezzo alla gente, dove ti rendi subito conto dell'andazzo sociale. Non voglio dare insegnamenti, voglio soltanto fare il cronista.
E cantando le sue canzoni le storie di sangue le storie d'amore anche se lui non c'è più ha lasciato al paese un po' del suo cuore.
Chi vive in baracca, chi suda il salario, chi ama l'amore e i sogni di gloria, chi ruba pensioni, chi ha scarsa memoria...
Ma il cielo è sempre più blu.
È ovvio, adoro fare l'ironia, detesto cordialmente l'allegria.
A me fa stare bene l'idea che le mie canzoni siano fischiettate un po' da tutti, non mi importa da chi o da quale ceto sociale, e ancora di più se sono suonate voce e chitarra.
La canzone è una vecchia fidanzata con cui passerei ancora molto volentieri buona parte della mia vita, sempre e soltanto nel caso di essere ben accetto.
È il migliore dei mestieri, fare canzoni; e subito dopo viene cantarle.
Alcune delle migliori canzoni che conosco sono quelle che non ho scritto ancora.
Come diceva Fabrizio, una canzone può anche non servire, ma conviene sempre scriverla.
La canzone è una penna e un foglio così fragili fra queste dita, è quel che non è, è l'erba voglio ma può esser complessa come la vita.
Login in corso...