Ogni cambiamento di luogo diventa una delizia.
Lo stolto può salire con fatica alla saggezza, il saggio non può ripiombare nella stoltezza.
Alcuni si immergono nei piaceri e, abituatisi, non ne possono più fare a meno e sono davvero infelici perché arrivano al punto che per loro il superfluo diventa necessario.
Anche da un piccolo corpo può uscire uno spirito veramente forte e virtuoso.
Proprio come sceglierò la mia nave quando mi accingerò ad un viaggio, o la mia casa quando intenderò prendere una residenza, così sceglierò la mia morte quando mi accingerò ad abbandonare la vita.
Che differenza c'è se ci cade addosso il casotto delle sentinelle o un monte? Nessuna. Eppure c'è chi teme di più quest'ultima evenienza, sebbene entrambe siano ugualmente mortali: abbiamo più paura delle cause che degli effetti.
Solo la direzione è reale, la meta è sempre fittizia, anche la meta raggiunta... anzi soprattutto questa.
Questi umani sono diversi; viaggiano insieme a delle scimmie.
Desidero partire: non verso le Indie impossibili o verso le grandi isole a Sud di tutto, ma verso un luogo qualsiasi, villaggio o eremo, che possegga la virtù di non essere questo luogo. Non voglio più vedere questi volti, queste abitudini e questi giorni.
Sotto l'azzurro fitto del cielo qualche uccello di mare se ne va; né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto:«più in là»
I sogni mi fanno viaggiare dove non andrò mai da sveglio.
Il viaggio comincia laddove il ritmo del cuore s'espone al vento della paura.
Ho attraversato mari, ho lasciato dietro di me città, ho seguito le sorgenti dei fiumi e mi sono immerso nelle foreste. Non ho mai potuto tornare indietro, esattamente come un disco non può girare al contrario. E tutto ciò a cosa mi stava conducendo? A questo preciso istante.
Quando si sta bene nella propria pelle, viaggiare è solo stare altrove, non è più essere lontani.
Viaggiare potrebbe essere una delle più forme più gratificanti dell'introspezione.
Ci sono molti modi di arrivare. Il migliore è quello di non partire.