Di ciò di cui non si può parlare, bisogna tacere.
Una confessione dev'essere una parte della nuova vita.
Un trattato di filosofia potrebbe benissimo essere composto da battute umoristiche.
A turbarci e' la tendenza a credere che la mente sia qualcosa di simile a un omino che sta dentro di noi.
L'immagine è un fatto.
Il linguaggio è un labirinto di strade. Vieni da una parte e ti sai orientare, giungi allo stesso punto da un'altra parte, e non ti raccapezzi più.
La lotta alla miseria deve essere condotta dal Governo, mentre la ricerca della felicità deve essere lasciata all'iniziativa privata. In altre parole bisogna essere socialisti al vertice e liberi imprenditori alla base.
Se tu parlassi nella conversazione con meno veemenza le tue ragioni riuscirebbero più efficaci. Nessuno persuade, se è appassionato. Commuoverà, forse, ma non tirerà l'assenso.
Di ciò di cui non si può parlare, bisogna a poco a poco cessare di tacere.
Gli piace sentirsi parlare; parla più in un'ora di quanto ascolti in un mese.
Nel contesto della nostra cultura verbosa è significativo osservare che i Padri del deserto ci dissuadono dall'usare troppe parole.
Rimproveriamo alla gente di parlare di sé; ma è l'argomento che sa trattare meglio.
La parola è l'ombra dell'azione.
Come mi ha insegnato Eduardo in tanti anni, per farci capire al Nord bisogna parlare un napoletano, chiamiamolo piccolo-borghese, cioè parlare in italiano con l'accento napoletano, però lasciando alcune battute napoletane perché piacciono molto.
Parla poco, fai molto.
È bello scrivere perché riunisce le due gioie: parlare da solo e parlare a una folla.