L’idea centrale è che l’amore non è un semplice sentimento astratto, ma una responsabilità concreta. Se si desidera che l’amore esista, circoli e trasformi le persone e le situazioni, qualcuno deve assumersi il compito di metterlo in movimento. Non basta desiderare un mondo più giusto, più umano o più compassionevole: serve un impegno attivo, personale, costante. L’immagine della lampada che continua ad ardere indica che l’amore ha bisogno di cura quotidiana, di gesti ripetuti, di attenzione silenziosa. Non si mantiene da solo, non resiste nel tempo se non viene nutrito. Al tempo stesso, viene sottolineata la responsabilità individuale: non si può delegare ad altri ciò che siamo chiamati a fare noi. Ognuno, nel proprio piccolo, diventa custode e portatore di una luce che rischiara il buio dell’indifferenza, dell’egoismo e della rassegnazione. L’amore, quindi, è al tempo stesso dono ricevuto e compito da esercitare, iniziativa che parte dal cuore e si traduce in azioni concrete, anche minime, ma perseveranti nel tempo.