La saggezza dell'età: non smettere di camminare.
Il gusto esigente fa del piacere una lotta.
La realtà è il nome che diamo alle nostre delusioni.
Non sapevo che ero al mio meglio fino a dopo che è passato.
La malafede ama i discorsi sull'amicizia e la lealtà.
Niente caos, niente creazione. Prova: la cucina all'ora di pranzo.
Nella ragione non c'è amore, mentre ce n'è molto nella saggezza.
Non appena il legno grezzo è tagliato, si hanno i nomi. Da quando ci sono i nomi, il saggio saprà dove fermarsi. Chi sa dove fermarsi non corre pericoli.
Il vero saggio è colui che costruisce sulla sabbia.
Si pensa sempre di dover invecchiare per diventare saggi; invece con il passare degli anni si ha il nostro da fare per mantenersi saggi, così come lo si è stati prima.
Una volta che ha sperimentato la malvagità di qualcuno, il saggio non si lascia più ingannare dalle sue mosse.
Errare è possibile a tutti gli uomini. Ma il saggio, quando ha commesso un errore, non rimane irremovibile e ripara il male che ha fatto. Perseverare nell'errore, infatti, genera ogni sorta di mali.
Il retto pensiero è la massima virtù e la saggezza è dire e far cose vere ascoltando e seguendo l'intima natura delle cose.
Anche la morte non deve essere temuta da colui che ha vissuto saggiamente.
Il saggio è pieno di gioia, allegro e sereno, imperturbabile; la sua vita è pari a quella degli dèi.
E' necessario formare i giovani alla responsabilità, alla saggezza, al coraggio e, naturalmente alla giustizia. In particolare dovrà coltivarsi nei giovani la virtù della prudenza.