L’affetto autentico possiede una forza interiore che non si lascia imprigionare dai timori, dalle ansie né dal bisogno di controllo. Quando è sincero, procede sempre un po’ più avanti di ogni esitazione, come se aprisse una strada dove la paura vedrebbe solo ostacoli. Non significa che il timore scompaia: la vulnerabilità, il rischio di soffrire, il dubbio rimangono presenti. Eppure il sentimento profondo accetta questi elementi senza farsene dominare, scegliendo ogni volta di esporsi, di restare, di prendersi cura. In questa prospettiva, il coraggio non è assenza di paura, ma la capacità di lasciarsi guidare da qualcosa di più grande del proprio bisogno di protezione. L’affetto diventa allora un atto di fiducia: in sé stessi, nell’altro, nella possibilità di costruire. Oltre tutte le difese, fa un passo ulteriore, che la paura da sola non farebbe mai. È quel passo a rendere possibile l’incontro, la riconciliazione, la crescita condivisa. L’avanzare dell’affetto non cancella le ombre interiori, ma le supera, scegliendo di non farsi definire da esse.