La massima eleganza, quella che può riscattare tutte le mancanze di un uomo, è saper morire con dignità.
Comportati bene, amico mio, guadagna del denaro, onestamente se puoi, ma soprattutto guadagna del denaro.
Come il signore si vede dal modo come tratta coi poveri, così l'elegante sa stare fra gli ineleganti, senza metterli in disagio.
Per avere successo, sii abbronzato, vai a vivere in un palazzo elegante (anche se abiti in cantina), fatti vedere nei ristoranti alla moda (anche se ti sorbisci una bibita), e, se chiedi un prestito, vacci giù pesante.
Ho visto anche Pelé, all'eleganza di Meazza non è arrivato. Una volta, all'Arena, gli vidi fare uno stop in rovesciata a due metri da terra: atterrò col pallone incollato, saltò l'avversario ipnotizzato e andò a infilare il portiere con quei suoi passaggi in porta millimetrici e beffardi.
C'era una volta un imperatore che amava così tanto la moda da spendere tutto il suo denaro soltanto per vestirsi con eleganza. Non aveva nessuna cura per i suoi soldati, né per il teatro o le passeggiate nei boschi, a meno che non si trattasse di sfoggiare i suoi vestiti nuovi.
Rimpiango quando non c'erano limiti a opulenza ed eleganza. Ma forse me ne sono andato in tempo, perché ora non potrei fare più quello che facevo.
Trovare un accordo fra cose di cattivo gusto: ecco l'eleganza.
Il lusso è una questione di soldi. L'eleganza è una questione di educazione.
Siamo uomini pubblici e abbiamo dei doveri pubblici: anche quello di difendere un certo decoro e una certa eleganza nell'esprimere le nostre passioni.
Il bruto si copre, il ricco e lo sciocco si adornano, l'elegante si veste.
L'eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai.
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