La vera eleganza morale consiste nell'arte di travestire le proprie vittorie da sconfitte.
La libertà è il bene supremo solo per quelli che sono animati dalla volontà di essere eretici.
La morte è ciò che la vita ha sinora inventato di più solido e sicuro.
La vera, unica sfortuna: quella di venire alla luce. Risale all'aggressività, al principio di espansione e di rabbia annidato nelle origini, allo slancio verso il peggio che le squassò.
Poiché la sfera della coscienza si restringe nell'azione, chi agisce non può pretendere all'universale: l'agire è un aggrapparsi alle proprietà dell'essere a detrimento dell'essere, a una forma di realtà a scapito della realtà.
Ciò che non è straziante è superfluo, almeno in musica.
Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti... e poi tutta imbellettata e parata di abiti giovanili. Mi metto a ridere. Avverto che quella signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora dovrebbe essere.
Rimpiango quando non c'erano limiti a opulenza ed eleganza. Ma forse me ne sono andato in tempo, perché ora non potrei fare più quello che facevo.
L'eleganza è una risorsa dello spirito per colmare le imperfezioni del corpo.
La vera eleganza è quella che si adegua, ma non si piega alle mode.
La trascuratezza nel vestire è un suicidio morale.
L'eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare.
L'eleganza è seduzione, fascino, mistero. Non apparenza.
La massima eleganza, quella che può riscattare tutte le mancanze di un uomo, è saper morire con dignità.
Ma l'eleganza è innata. L'eleganza è un atteggiamento, non è legata ad un capo di vestiario! Si può imparare ad essere vestiti bene, ma non necessariamente si impara ad essere eleganti.
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