A condannare un uomo alla solitudine non sono i suoi nemici ma i suoi amici.
Tutti quelli che esaltano il frastuono dei mass media, il sorriso imbecille della pubblicità, l'oblio della natura, l'indiscrezione innalzata al rango di virtù, li si deve chiamare: collaborazionisti della modernità.
Il senso della vita è divertirsi con la vita, e se la vita è troppo pigra a noi non resta che darle una mano.
I moderni veri sono costretti a essere antimodernisti.
"L'amore è lotta" disse Marie-Claude, sempre sorridendo. "Lotterò a lungo. Fino alla fine".
Il tempo umano non ruota in cerchio ma avanza veloce in linea retta. E' per questo che l'uomo non può essere felice, perché la felicità è desiderio di ripetizione.
La solitudine è una cosa senza la quale non si fa niente, senza la quale non si guarda più niente.
La solitudine offre all'uomo altolocato intellettualmente due vantaggi: il primo d'esser con sé, il secondo di non esser con gli altri.
Il solitario vive in compagnia di Dio, e Dio gli tiene compagnia incessantemente.
Nessun uomo è un'isola, completo in sé stesso.
A chi ha bisogno di una compagnia rasserenante e di scacciare il tedio della solitudine raccomando i cani, le cui qualità morali e intellettuali procureranno quasi sempre gioia e soddisfazione.
La solitudine è la miglior cura per la vanità.
Soli, saremo migliori.
Quando si è soli nel corpo e nello spirito si ha bisogno di solitudine, e la solitudine genera altra solitudine.
I solitari leggono molto, ma parlano poco e poco sentono dire: la vita per loro è misteriosa. Sono mistici e spesso vedono il diavolo dove non è.
La notte rimuove l'abituale sensazione di una vita comunitaria; quando non brilla luce, né si ode più voce umana, chi ancora veglia prova un senso di solitudine, e si vede isolato e affidato a se stesso.