Sapete cosa è successo, si sa, nel 1938: la Francia e l'Inghilterra vendettero la Cecoslovacchia a Hitler.
Di certo, nel vendicarsi, un uomo è soltanto pari al suo nemico, ma ignorandolo gli è superiore poiché perdonare è da principe.
Chi si vendica dopo la vittoria è indegno di vincere.
In principio era come un sospiro, una promessa. La più leggera delle brezze che danza sulle urla di morte di trecento uomini. Quella brezza ora si è fatta vento. Un vento fratelli miei, di sacrificio. Un vento di libertà.un vento di giustizia. Un vento di vendetta.
Porterò un lama nel posto dove ti sarai messo a dormire e mi assicurerò che urini con abbondanza su tutti i tuoi averi.
Impara a giocare la carta dell'indifferenza. È la più scaltra delle vendette. Perché vi sono molti di cui non avremmo saputo nulla se qualche loro nemico noto non ne avesse parlato. Non vi è vendetta come l'oblio, che seppellisce l'indegno sotto la polvere della sua nullità.
La vendetta è in qualche modo una giustizia istintiva che proviene dagli dèi primitivi dell'inconscio. Essa mira a ristabilire un'uguaglianza basata sulla sofferenza inflitta in modo reciproco.
Non sono l'unico che non vuole vendetta. Quasi tutte le persone che erano in carcere con me non vogliono vendetta, perché non c'è tempo per fare qualcosa che non sia provare a salvare la tua gente.
La vendetta non è mai una strada dritta. È una foresta. E in una foresta è facile smarrirsi. Non sai dove sei, né da dove sei partito.
Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri.