Per non piangere degli uomini conviene riderne.— Napoleone Bonaparte
Per non piangere degli uomini conviene riderne.
Io sono circondato da preti che ripetono incessantemente che il loro regno non è in questo mondo, eppure allungano le mani su tutto quello che possono prendere.
In guerra le considerazioni morali contano per i tre quarti, il rapporto delle forze reali solo per l'altro quarto.
Per gli stomaci vuoti non esistono né obbedienza né timore.
L'uomo si chiede: donde vengo? chi sono? dove vado? Questi misteri ci spingono verso la religione. Noi accorriamo ad essa, la nostra naturale tendenza ci trascina, ma l'istruzione ci arresta.
Le rivoluzioni sono paragonabili ai letami più ributtanti che promuovono la crescita dei più bei vegetabili.
L'uomo è diverso dall'animale solo perché non sa esserne uno preciso.
L'uomo è un animale metafisico, il quale vorrebbe che l'universo esistesse solo per lui, ma l'universo lo ignora, e l'uomo si consola di questa indifferenza popolando lo spazio di dèi, dèi fatti a sua immagine.
Un uomo è un uomo quando vince il dolore e non tradisce la propria idea.
La storia degli uomini è un attimo tra due passi di un viandante.
L'uomo non è nulla più di un giunco, il più debole della natura: ma è un giunco pensante.
Bisogna liberare l'uomo dall'uomo.
L'uomo è un animale oramai sparito dalla faccia della terra: non v'è più altro che frammenti d'uomini.
Più guardo gli uomini, meno mi piacciono. Se soltanto potessi dire la stessa cosa delle donne, tutto sarebbe a posto.
È raro che gli uomini che nutrino il massimo rispetto per le donne, godano di popolarità fra loro.
Il medico vede l'uomo in tutta la sua debolezza, l'avvocato in tutta la sua cattiveria, il parroco in tutta la sua stupidità.