Un eroe non può essere eroe se non in un modo eroico.
La vita è fatta di marmo e fango.
Ovunque ci siano un cuore e una mente, i malanni del corpo si tingono delle loro particolarità.
Le persone che hanno le idee più audaci spesso sono quelle che più tranquillamente si adeguano alle regole di comportamento vigenti nella società. A loro basta il pensiero, e non sentono il bisogno di investirlo nel sangue e nella carne dell'azione.
Quale altro carcere è scuro come il nostro cuore! Quale carceriere così inesorabile come il nostro io!
Nel crimine c'è dell'eroismo, come nella virtù. Il vizio e l'infamia hanno i propri altari e la propria religione.
Ogni vero eroe sa portare il peso dei colpi che subisce.
Penso a un eroe come a qualcuno che comprende la responsabilità che deriva dal proprio essere libero.
V'è un solo eroismo al mondo: vedere il mondo com'è e amarlo.
Ecco la verità: il vero eroismo non riceve ovazioni, non intrattiene nessuno. Nessuno fa la fila per vederlo. Nessuno se ne interessa.
Uno non può fare l'eroe tutta la vita. Anzi, il più delle volte non può farlo per più di 10 minuti. Certo, in quei dieci minuti si vedono le cose diversamente.
L'eroe vero è sempre eroe per sbaglio, il suo sogno sarebbe di essere un onesto vigliacco come tutti.
L'adorazione dell'eroe è più forte dove c'è meno riguardo per la libertà umana.
Il vero eroismo non riceve ovazioni, non intrattiene nessuno. Nessuno fa la fila per vederlo. Nessuno se ne interessa.
Sorte miserabile quella dell'eroe che non muore, dell'eroe che sopravvive a se stesso.