Il vero eroe alla fine muore. Quelli che restano sono i filosofi.
Non si ha fiducia negli altri perché essi se la meritano, ma perché merita di averla colui che la prova.
Essere corpo con tutto il corpo se aspiri al bodoniano, altrimenti, se l'omologazione dello spirito prevale a tal punto da optare per la via di comodo della scissione dalla carne, accontentarsi di essere un copro-corpo, un letterato che fa morale senza aver raccontato la favola.
Il perfetto Papà fa tutto per suo figlio: cioè non lo fa, tanto per cominciare.
Se parlate davvero per dire, imparerete a tacere un po' di tutto.
Quando uno non ha più niente da far credere e deve raschiare il fondo del barile della sua criminalità politica e, spesso, psichica, chiama a suffragio la Chiesa e riecco che saltano fuori i più bruttarelli mostriciattoli della Storia, Dio-Patria-Famiglia, è giù olio di ricino.
La filosofia non serve a nulla, dirai; ma sappi che proprio perché priva del legame di servitù è il sapere più nobile.
Si riconosce un filosofo dal rifuggire tre cose abbaglianti e chiassose: la gloria, i principi e le donne: e con ciò non è detto che non siano queste a venire da lui.
La filosofia è alla fine.
Che cosa rende filosofi? Il coraggio di non serbare alcuna domanda nel cuore.
È a causa del sentimento della meraviglia che gli uomini ora, come al principio, cominciano a filosofare.
Fare filosofia vuol dire misurare la vita con il metro della morte.
Filosofia. Strada con molte diramazioni, che conduce dal nulla a nessun posto.
La filosofia non c'impedisce di commettere errori, ma ce li spiega.
Ci son più cose in cielo e in terra, Orazio, che non ne sogni la tua filosofia.
La filosofia è come la religione: conforta sempre anche quando è disperata, perché nasce dal bisogno di superare un tormento, e anche quando non lo superi, il porselo davanti, questo tormento, è già un sollievo per il fatto che, almeno per un poco, non ce lo sentiamo più dentro.