Nathaniel Hawthorne offre una metafora incisiva sulla natura della felicità, descrivendola come un'entità evanescente e sfuggente che non può essere forzatamente acquisita. L'aforisma suggerisce che l'inseguimento ossessivo di questa condizione è inutile ed esauriente; piuttosto, la felicità arriva quando si smette di cercarla attivamente e ci si immerge nel presente con tranquillità e apertura mentale. In questo modo, Hawthorne invita il lettore a considerare l'importanza della pazienza e dell'accettazione nella ricerca del benessere personale.