È impossibile rinunciare alla felicità, si può solo se non la si è mai conosciuta.
Ho eliminato diverse persone dalla mia vita, persone che credevo essenziali per me, persone fatte di mille promesse e neanche un'azione. E più passa il tempo e più mi accorgo di aver soltanto preso la decisione migliore.
Quanto dolore c'è nella vita, è vero, ma quanta vita c'è nel dolore?
Non ho paura di morire, ma mi scoccia da matti. Mi scoccia che un giorno non ci sarò più. Mi dispiace andarmene da qui. Ma non è paura, è semplicemente fastidio. Morire è una vera stronzata. Darei la vita per non morire.
Servono coraggio e forza per accogliere quello che ci fa stare bene quando abbiamo costruito un'intera vita sullo stare male.
Le notti in cui la bellezza dilata il tempo, in cui il presente è così perfetto e lo si indossa così bene che si cominciano a fare promesse, giuramenti, patti, perché quella bellezza fa sentire dentro di sé una spinta verso il futuro.
Quando si chiude una delle porte della felicità, un'altra si apre; spesso però, guardiamo così a lungo la porta che si è chiusa, che non vediamo l'altra che si è aperta per noi.
Il puritanesimo è l'ossessionante paura che qualcuno, da qualche parte, possa essere felice.
L'umanità ha sempre barattato un po' di felicità per un po' di sicurezza.
Siate felici! E se qualche volta la felicità si scorda di voi, voi non vi scordate della felicità.
Felicità è anche non accorgersi che in realtà si è soli.
La felicità è accarezzare un cucciolo caldo caldo, è stare a letto mentre fuori piove, è passeggiare sull'erba a piedi nudi, è il singhiozzo dopo che è passato.
La nostra felicità dipende da quello che siamo, dalla nostra individualità, mentre per lo più prendiamo in considerazione soltanto il nostro destino, vale a dire ciò che abbiamo e ciò che rappresentiamo.
Da giovani la felicità ci attende nell'imprevisto, da vecchi nelle abitudini. Nel resto della vita saremo felici non per quello che prenderemo, ma per quello che sapremo dare. La felicità infatti è l'unica ricchezza che tanto aumenta quanto più ne doniamo agli altri.
Via via che scompaiono coloro che abbiamo amato diminuiscono le ragioni di conquistare una felicità che non possiamo più gustare insieme.
Noi riteniamo il piacere principio e fine della vita felice, perché lo abbiamo riconosciuto bene primo e a noi congenito.