A chi è felice è difficile avere una vera comprensione della miseria.
Fiacca è una educazione che chiamiamo indulgente: essa spezza tutte le forze della mente e del corpo.
Benché l'ambizione sia vizio tuttavia spesso è causa di virtù.
Diamo alla necessità le lodi della virtù.
Non vivo per mangiare, ma mangio per vivere.
Un'educazione troppo indulgente è dannosa perché fiacca gli slanci della mente e tutto il vigore del corpo.
La felicità più che altro è un desiderio, è un'utopia.
Non puoi credere che uno diventi felice se rende infelici gli altri.
Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
La felicità e l'infelicità degli uomini dipende tanto dalla loro buona sorte quanto dal loro umore.
La felicità non è che sia fare sempre quello che si vuole, semmai è volere sempre quello che si fa.
La felicità va cercata come si cerca ogni altra cosa della vita e non è mai troppo tardi per trovarla. Essa arriva se la cerchiamo con tutte le forze e spesso è più vicina di quanto pensiamo.
Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione sine qua non di piccole e intermittenti felicità.
Teoricamente esiste una possibilità di essere felici in modo assoluto: credere nell'indistruttibilità in sé e non cercare di aspirarvi.
Ritieniti felice allorché ogni tua gioia nascerà da te stesso.
Molti uomini vivono felici senza saperlo.