I bambini sono i messaggi viventi che inviamo a un tempo che non vedremo.
La povertà è una grande educatrice.
Il futuro, di nuovo ignoto, scorre verso di noi, e io lo affronto per la prima volta con un senso di speranza, perché se un robot, un Terminator, può capire il valore della vita umana, forse potremo capirlo anche noi.
Cerco di non pensare all'indomani; il futuro non esiste, dicono gli indio dell'altipiano, contiamo solo sul passato per trarne esperienza e conoscenza, e sul presente che è appena un batter di ciglia, perché nello stesso istante si tramuta in passato.
Uno scenario non è una previsione: è una rappresentazione di un futuro possibile. Ci aiuta a ragionare, a immaginare, a porci per tempo i problemi. Quello che succederà, dopo tutto, dipende in buona parte da noi.
Se la gente conoscesse la storia della propria vita, quanti sceglierebbero di viverla? La gente si preoccupa del futuro. Ma non c'è futuro. Ogni giorno è fatto dei giorni che l'hanno preceduto. Anche il mondo deve essere sorpreso per come ogni giorno si mettono le cose. Forse perfino Dio.
Non perdiamo nulla del passato. Solo con il passato si forma il futuro.
Chi sa se gli dei superi aggiungeranno il domani alla somma dei giorni trascorsi fino ad oggi?
Il nostro passato è solo memoria e il futuro è immaginazione. Entrambe le cose sono illusioni.
Se non impariamo dalla storia, siamo condannati a ripeterla. Vero. Ma se non cambiamo il futuro, siamo condannati a sopportarlo. E questo sarebbe peggio.
Semplicemente non si inciampa nel futuro. Il proprio futuro va creato.
Più che guardare al passato siamo sempre intenti verso il futuro.