Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, e se possono imparare a odiare, possono anche imparare ad amare, perché l'amore, per il cuore umano, è più naturale dell'odio.

Nelson Mandela
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La nostra interpretazione

L’essere umano non è destinato fin dall’inizio a dividere, escludere o discriminare. Il pregiudizio non appartiene alla sua natura più profonda, ma viene assorbito dall’ambiente, dall’educazione, dalla paura e dalle strutture sociali che alimentano la separazione tra gruppi, popoli e culture. Disprezzo e ostilità non sorgono spontaneamente: vengono trasmessi, insegnati, rafforzati da parole, esempi e sistemi di potere che hanno bisogno del conflitto per esistere. Se però il rifiuto può essere appreso, allora può esserlo anche il suo opposto. L’essere umano dispone di una capacità innata di riconoscere nell’altro un proprio simile, di empatizzare, di aprirsi alla cura e al rispetto. Questa disposizione è più vicina alla sua verità interiore dell’odio, perché crea legami invece di distruggerli, costruisce invece di dividere. L’amore, inteso come benevolenza e desiderio di giustizia, può diventare una pratica da coltivare consapevolmente, un apprendimento individuale e collettivo che sostituisce la paura con la comprensione e l’esclusione con la solidarietà. Da questa visione discende una responsabilità: se i sentimenti ostili vengono tramandati, è possibile interrompere tale catena educando alla compassione, all’ascolto e alla dignità di ogni persona. La trasformazione non è automatica, ma richiede impegno, esempi concreti, scelte quotidiane di apertura là dove sarebbe più facile chiudersi. In questo processo, l’amore non è un sentimento ingenuo, bensì una forza etica che contrasta strutture ingiuste e mentalità violente. L’idea centrale è che il futuro dei rapporti umani non è scritto una volta per tutte: dipende da ciò che si decide di insegnare e di imparare. Scegliere di coltivare l’amore al posto dell’odio significa restituire all’umanità la sua vocazione più autentica, orientata al riconoscimento reciproco e alla convivenza, oltre i confini di razza, religione e classe.

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