L’idea al centro di questo pensiero è che non esistono legami “minori” quando sono coinvolti i sentimenti. Anche ciò che molti catalogherebbero come qualcosa di leggero, effimero o passeggero, porta comunque con sé un coinvolgimento reale e incide sulla vita interiore. L’avventura, spesso percepita come un gioco o una parentesi senza peso, viene qui riconosciuta come un’esperienza che impegna il cuore e la mente, che chiede presenza, energie, attenzione. Esiste inoltre una tensione inevitabile tra il desiderio di libertà personale e il fatto stesso di entrare in relazione con qualcuno. Ogni legame, anche il più breve, limita in qualche misura l’autonomia, perché implica responsabilità, aspettative, promesse esplicite o implicite. Il temporaneo non coincide con l’irrilevante: anche una storia destinata a finire lascia tracce, obbliga a confrontarsi con se stessi, con i propri desideri, con i propri limiti. Ne emerge una visione dell’amore in cui la durata non determina la profondità; ciò che conta è la serietà con cui si vive quello spazio di vicinanza, anche quando si finge di ridurlo a semplice divertimento.