Amor tu sai, che mai non torsi il piede Dal carcer tuo soave, né disciolsi Dal dolce giogo il collo, né ti tolsi Quanto dal primo dì l'alma ti diede.

Vittoria Colonna
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La nostra interpretazione

L’amore nasce come un legame intimo e inalienabile, una connessione che non si spezza mai. La citazione descrive un rapporto che si svela attraverso una tensione tra libertà e dipendenza, dove il desiderio non si esprime con azioni esterne ma con una profonda consapevolezza del legame interiore. L’immagine di un carcere dolce evoca una sofferenza non violenta, una prigionia volontaria che si trasforma in un atto di fedeltà. La scelta di non liberare il piede o il collo non è un rifiuto, ma un’adesione totale a una relazione che si rafforza nel tempo. L’amore vero non si misura attraverso gesti esteriori, ma attraverso una comprensione profonda del significato interiore del legame. Questo concetto si allinea con l’idea di un amore vero, poiché si basa su una dedizione incondizionata e un’identificazione con l’altro senza tentativi di distacco. L’immagine del carcere dolce non è una limitazione, ma un simbolo di un amore che cresce nel tempo, rafforzandosi attraverso la consapevolezza della sua irrevocabilità. L’amore vero, come descritto nella citazione, non è un sentimento flebile, ma un impegno che si fa carico del destino dell’altro, senza cercare di cambiarlo. L’intero testo si colloca quindi nella categoria dell’amore vero, poiché esprime un legame che si rafforza nel tempo e si manifesta attraverso una dedizione totale.

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