L'arte è un simbolo poiché un simbolo è l'uomo.
Mentre la risoluzione d'essere un uomo migliore è un atto sperimentale ed ipocrita essere divenuto, invece, più profondamente uomo è il privilegio di coloro che hanno sofferto.
Temo che le persone per bene facciano una infinità di male a questo mondo. Indubbiamente il peggior danno che fanno è quello di conferire una così grande importanza al male.
La morale è semplicemente l'atteggiamento che adottiamo nei confronti di individui che, personalmente, non ci piacciono.
Non vi sono libri morali o libri immorali. Vi sono libri scritti bene e libri scritti male, e nient'altro.
Viviamo in un'epoca dove le cose superflue sono le nostre uniche necessità.
Le arti, quando sono sane, sono succinte.
L'arte comincia dalla resistenza: dalla resistenza vinta. Non esiste capolavoro umano che non sia stato ottenuto faticosamente.
L'arte è ad un tempo rappresentativa e simbolica.
L'arte non è l'applicazione di un canone di bellezza ma ciò che l'istinto e il cervello elabora dietro ogni canone. Quando si ama una donna non si comincia sicuramente a misurarle gli arti.
L'arte è questo: scappare dalla normalità che ti vuole mangiare. Io fuggo sempre, e i miei disegni sono così perché so che possono essere cancellati, divorati in un attimo. Eppure so che uno di questi, almeno uno, o tanti, durerà milioni di anni.
Chi in un'arte è diventato maestro, può senza danno scordarsi le regole.
L'arte celebra l'uomo, non lo manipola.
L'arte, se ci libera dai feticci assenti e astratti, ci libera anche dalle idee generose e dalle preoccupazioni sociali, ugualmente feticci.
L'arte non migliora mai, ma il materiale dell'arte non è mai esattamente lo stesso.
L'arte non chiede mai a nessuno di fare nulla, di pensare nulla, di essere nulla. Esiste come esiste l'albero, si può ammirare, ci si può sedere alla sua ombra, si possono coglierne banane, si può tagliarne legna da ardere, si può fare assolutamente tutto quel che si vuole.